mercoledì 17 agosto 2011

Grotesque




La trama in due parole

Due donne di malaffare giapponesi vengono uccise da un cinese bugiardo con la passione per l'incesto.
La sorella di una delle due (che comunque non sta troppo bene neppure lei) decide di raccontare la sua distorta verità, provvidenzialmente aiutata dai memoriali lasciati dai tre tizi di cui sopra.
Il Giappone ne esce un po' come un brutto posto.

Dunque: non proseguire se non vuoi rovinarti parte del finale
                prosegui pure se non te ne batte nulla di rovinarti il finale
                prosegui pure se hai letto il libro e vuoi chiarire i miei punti oscuri

Natsuo Kirino ha partorito un libro molto lungo e anche molto complesso.
Se ne potrebbe parlare per ore, ma sto scrivendo dal mare e s'è già fatta una certa, quindi cercherò di essere il più breve possibile, così si va tutti in spiaggia.

Le cose che mi hanno colpita sono:
La società giapponese
Classista e molto dura.
Il liceo femminile Q, dove studiano le protagoniste, ne è un esempio in miniatura.
Ci sono le studentesse "interne", quelle che frequentano la scuola sin dalle elementari, e quelle "esterne", entrate progressivamente alle medie, al liceo o addirittura all'università.
I due gruppi sono nettamente contrapposti e divisi da un abisso di denaro, classe sociale e calzettoni (!).
Yuriko e Kazue (le nostre due prostitute) sono studentesse esterne, ma il loro destino è molto diverso.
Yuriko è "mostruosamente" bella ed è "nata per fare la puttana". Raccoglie fama e sesso dovunque metta piede, senza sforzarsi più di tanto (la sorella, di cui non scopriremo mai il nome, ci tiene a sottolineare in ogni dove quanto Yuriko fosse in realtà ipodotata intellettualmente).
Kazue invece è brutta, e forse nemmeno troppo brillante, ma crede con tutta se stessa che l'unica via per il successo sia l'impegno (aiutata in questo da un padre-padrone figlio della più classica educazione giapponese). Dovrà venire a patti con la realtà dei fatti e non riuscirà mai ad emergere, nè al liceo, nè nel mondo del lavoro, sia in quanto donna, sia in quanto "mostro".

Una volta approdate nel mondo adulto, Yuriko dovrà scontrarsi con il passare del tempo, che la renderà brutta e meno potente, ma ancora in grado di soggiogare gli uomini (che lei odia) per il breve momento di un orgasmo; Kazue dovrà scendere a patti col fatto che essere una donna, anche se laureata a Q e disposta ad ogni genere di sacrifici per scalare la vetta del successo, la renderà sempre inferiore agli uomini (che lei invece ama e da cui vorrebbe essere amata).

L'io narrante
A raccontare questa storia è l'anonima sorella di Yuriko.
Non dice mai il suo nome e nessuno sembra ricordarselo (persino il professore Kijima, scrivendo a Mitsuru, la ricorda semplicemente in quanto sorella di Yuriko).
Quindi d'ora in poi mi riferò a lei semplicemente come a Figa di Legno.
Giura e spergiura di dire la verità per tutto il libro, ma viene contraddetta più volte dagli altri personaggi e dalla stessa Yuriko nel suo diario.
E' totalmente succube di sua sorella, che odia, costantemente paragonata a lei e incapace di contrapporre alla sua mostruosa bellezza una qualsiasi qualità che la faccia apprezzare, eccetto la perfidia e la malizia, che, a detta sua, sono le sole cose che le hanno permesso di sopravvivere a Q.
E' sola, una "vergine eterna" incapace di provare sentimenti positivi.
Odia il padre, un europeo, e vuole credere a tutti i costi di essere figlia di un altro uomo, anche per riuscire a giustificare il fatto di non assomigliare a Yuriko; è del tutto indifferente alla madre (alla notizia del suo suicidio non versa una lacrima, ma trema all'idea che questo possa riportare Yuriko in Giappone, cosa che poi avverrà); si affeziona al nonno, ma solo per il breve tempo in cui lo ha tutto per sè (da quando s'innamora della madre di Mitsuru ne parla sempre con freddezza); ammira Misturu, sua compagna di classe, ma la storia si ripete e l'amicizia si rompe definitivamente quando si accorge del fatto che lei è innamorata del professore Kijima.
Vuole credere di essere una mezzosangue che non assomiglia a nessuno della sua famiglia, ma dal diario di Yuriko scopriamo che invece è identica alla madre e sembra giapponese al 100%.
Solo nel finale mostra un lato umano, quando riesce ad affezionarsi (addirittura ad innamorarsi) di Yurio, il bellissimo figlio di Yuriko, ma solo perchè lui è cieco, quindi non ha coscienza del proprio aspetto, nè di quello di lei, almeno fino a quando non comincerà a prostituirsi e scoprirà il potere del sesso.
E' un personaggio affascinante, ma triste ed arido.

La realtà distorta
Per tutto il libro ho avuto l'impressione che le uniche persone di cui ci si potesse fidare (in termini di testimonianza) fossero Yuriko e Kijima Junior (figlio del già citato professore e pappone in erba).
Sembrano gli unici a riferire i fatti esattamente come sono, senza particolari fronzoli o masturbazioni mentali.
Figa di Legno non è affidabile per i motivi di cui sopra.
Mitsuru, che sembrava la più normale del gruppo, si rivela essere una persona debole e facilmente condizionabile, dispostissima a unirsi ad ogni setta in circolazione pur di sentirsi parte di qualcosa.
Kazue merita un trafiletto a parte.
Kazue
E' il personaggio che ho amato di più.
Sembra vivere in un universo parallelo, incapace di rendersi conto di come gli altri la vedono veramente.
Bistrattata ed umiliata in ogni modo al liceo, non si accorge di nulla.
Persino quando Kijima Junior le rispedisce indietro le sue lettere d'amore affronta la cosa con una bugia, dicendo a Figa di Legno (abile manipolatrice e causa di tutte le sue disgrazie) che ora stanno insieme.
Per tutto il liceo è ossessionata dalla bellezza e dalla popolarità di Yuriko, e, appena entrata nella ditta G, svilupperà un'ossessione per la collega Yamamoto, più brava di lei, al punto da copiarne abbigliamento e vezzi posturali.
Sarà proprio Yamamoto a farla andare definitivamente in pezzi, senza volerlo. Quando Kazue, seguendola, la vedrà in compagnia di un uomo e si renderà finalmente conto di essere sola, sola come nessun'altro (a parte Figa di Legno, ovviamente, ma Figa di Legno è troppo di legno per accorgersene) e tremendamente bisognosa di qualcuno che la noti e che sia gentile con lei.
Nella sua mente questo si traduce in "hey, forse sarebbe il caso che mi mettessi a fare la puttana!".
Peccato che Kazue sia brutta, anoressica ai limiti della sopravvivenza e tendenzialmente odiosa.
Anche se ovviamente lei non si vede così, anzi, si definisce una donna bella, snella, una vera "Superman in gonnella", impiegata modello durante il giorno, prostituta desiderata da ogni uomo durante la notte.
Il fatto che gli uomini la rifuggano e che sia costretta a svendersi per pochi yen non sembra intaccare questa sua convinzione granitica (più comunemente detta delirio).
La sua spirale discendente è inesorabile. Diventerà sempre più confusa, incapace di gestire le sue due personalità, al punto che quella notturna prenderà inevitabilmente il sopravvento su quella diurna, fino a costringerla ad elemosinare amore da Zhang, pur sapendo che è stato lui ad uccidere Yuriko, sperando forse che faccia lo stesso anche con (per?) lei.
Gli omicidi
Io sono rimasta dubbiosa.
In tutto questo miscuglio di testimonianze contraddittorie non è in realtà chiaro come si siano svolti i fatti, l'unica cosa sicura è che Zhang sia il colpevole.
Ma colpevole di cosa?
Che sia stata Yuriko a chiedergli di ucciderla lo dice lui, e solo a Kazue, mentre in tribunale afferma di averla uccisa in un impeto di rabbia.
Che abbia ucciso Kazue possiamo dedurlo (anche se lui in tribunale negherà), ma non sappiamo se alla fine sia stata lei a chiederglielo.
Credo comunque che questi dettagli non siano importanti.
Yuriko aveva ragione:
"Gli uomini, in realtà, detestano le donne che si vendono il corpo. E le donne che si vendono il corpo detestano, a loro volta, gli uomini che le pagano. Metti insieme due individui che si odiano dal profondo e vedrai che, un giorno o l'atro, qualcuno ci rimetterà la pelle. E' solo una questione di tempo. Io sono, già da un pezzo, in attesa di quel giorno. E quando verrà, non opporrò la minima resistenza e mi lascerò ammazzare. Perchè questo è il mio destino."

Parlando in soldoni
da esporre orgogliosamente nella vostra libreria. 

Autore: Natsuo Kirino
Editore: Neri Pozza
928 p.
Brossura

1 commento:

Airbag ha detto...

se rinasco farò la giapponese, ho deciso.